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Allestimento - Exhibition Design - Scenografia - Lighting

La tempesta Balletto di Toscana

Scenografia e Visual Design

Paolo Calafiore

Coreografia e Regia

Fabrizio Monteverde

Musiche

Massimo Nunzi

Produzione

Fondazione Pergolesi Spontini
e Balletto di Toscana

Foto

Archivio Paolo Calafiore

Abstract

Una fitta trama tessuta da squarci di realtà e illusione, scandiscono e trasformano gli accadimenti che si svolgono all’interno del magico perimetro di spazio circondato da grandi vele bianche e squarciate dalla Tempesta che si fanno cavità e spazio vitale e arcano in cui Prospera traccia il suo disegno di vendetta. Ecco le vele gonfiarsi di vento e smaterializzarsi in arcani incantesimi e luoghi labirintici che alla fine conducono al cospetto di Prospero. Ma qualcosa nella trama s’inceppa, ed ecco sfilarsi la trama che giunge a un altro inatteso finale : il perdono e il ritorno alla Vita.

Estratti stampa

Guizzi di magia nell’isola che non c’è

Per tutta la durata dello spettacolo, la danza entra ed esce da un fondale schermo (l’ideazione è di Paolo Calafiore) su cui sono proiettate immagini arcane, misteriose, surreali che ci parlano di riti illusionistici e di giochi di magia: sono quelli si Prospero, certo, che è mago oltre che re. Ma sono anche quelli che così spesso abitano la carne e la fantasia di tutti noi, naufraghi del mondo.

Vittoria Ottolenghi, Il Resto del Carlino (3 novembre 1996)

Via dalla pazza Tempesta

Lasciandosi andare alle suggestioni visive bisbigliate in un riverbero gentile dalle proiezioni video di Paolo Calafiore.

Rossella Battisti, L’unità (3 novembre1996)

La Tempesta tecnologica

Immersa nella scenografia di Paolo Calafiore, pronta a trasformarsi grazie a fantastiche proiezioni video fotografiche.

Silvia Poletti, L’Unità (10 dicembre 1996)

E “La Tempesta” cede alla tecnologia

…E’ in specie la scenografia che sfiorando il barocco sfiora impalpabile ed evocativa nel suo trasformarsi in qualcos’altro. E ciò grazie alle singolari videografie (di Paolo Calafiore).

Domenico Ricotti, Avvenire (28 Marzo 1997)